Mangiatori Di Morte by Michael Crichton

Mangiatori Di Morte by Michael Crichton

autore:Michael Crichton [Crichton, Michael]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2012-08-22T13:46:38+00:00


Veramente gli uomini del Nord non si comportano mai come esseri

umani ragionevoli e assennati. Dopo l'attacco dei mostri della bruma, re-

spinti da Buliwyf e dai suoi, me compreso, i sudditi del regno di Rothgar

non fecero assolutamente nulla.

Non ci furono festeggiamenti, né banchetti, né scene di esultanza, né

manifestazioni di gioia. Veniva gente da ogni dove per vedere il braccio

penzolante del mostro, appeso nella grande sala, e lo contemplavano con

grande stupore e meraviglia. Ma Rothgar, il vecchio mezzo cieco, non

espresse alcuna soddisfazione e non offrì doni a Buliwyf e alla sua compa-

gnia, né organizzò banchetti, né diede loro schiavi, argento, indumenti pre-

ziosi o qualunque altro segno di onore.

Ben lungi dall'esprimere gioia, re Rothgar mostrava un viso accigliato e

austero, e sembrava più spaventato di prima. Personalmente, anche se non

lo dicevo ad alta voce, sospettavo che Rothgar preferisse la situazione pre-

cedente, quella cioè anteriore alla sconfitta della nube nera.

Non diversamente si comportava Buliwyf. Non indisse cerimonie, né

banchetti, né pranzi o bevute. I nobili valorosamente caduti nella battaglia

notturna furono frettolosamente deposti in fosse coperte da un tetto di le-

gno e lasciati lì per i dieci giorni prescritti. Fecero questo con una certa

precipitazione.

Ma fu solo nel comporre i cadaveri dei guerrieri che Buliwyf e i suoi

compagni diedero segni di gioia o si concessero qualche sorriso. Dopo aver

trascorso altro tempo fra i normanni, scoprii che sorridono ogni volta che

uno muore in battaglia, perché provano gioia per il defunto e non per i vivi.

Sono perciò contenti quando un uomo muore come un guerriero. Ed è vero

anche il contrario: si mostrano infatti addolorati quando qualcuno muore

nel sonno o nel suo letto. Dicono di lui: «È morto come una vacca nella

paglia.» Non è un insulto ma una ragione per piangerne la morte.

Sono infatti convinti che la maniera in cui uno muore determini la sua

posizione nell'altra vita e apprezzano soprattutto la morte in battaglia. Una

«morte sulla paglia» è invece vergognosa.

Quelli che muoiono nel sonno, secondo loro, vengono strangolati dalla

maran, o giumenta della notte. Tale creatura è una donna ed è questo a

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rendere vergognoso questo tipo di morte, perché morire per mano di una

donna è degradante più di qualsiasi altra cosa.

Dicono che è degradante anche morire senza le proprie armi, ed è per

questo che i guerrieri normanni dormono sempre con le armi in modo da

averle vicine anche nell'eventualità che di notte arrivi la maran. È raro che

un guerriero muoia di malattia o di vecchiaia. Sentii parlare di un re di no-

me Ane che visse sino a un'età così tarda da ridiventare un neonato, privo

di denti e costretto ad alimentarsi di cibi per l'infanzia e a trascorrere le

giornate a letto a bere latte da un corno. Ma questo nel Nord, mi dissero,

avveniva molto di rado. Ho visto con i miei occhi alcuni uomini divenuti

vecchissimi, talmente vecchi, voglio dire, che la loro barba non soltanto era

bianca ma cadeva a fiocchi dal mento e dalle guance.

Sono invece molte le donne che raggiungono un'età avanzata, soprattut-

to quelle sul tipo della vecchia megera che chiamano l'angelo della morte;

a queste vecchie si attribuiscono poteri magici come cicatrizzare ferite, get-

tare incantesimi, allontanare le influenze malefiche e predire il futuro.



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